Fac-simile: riproduzione di un manoscritto

fac-simile manoscrittoRiprodurre un manoscritto fac-simile antico non è un mestiere semplice, soprattutto se l’intento è farlo sembrare in tutto e per tutto identico all’originale, curandone la manifattura nei minimi particolari, anche in ogni sua imperfezione. La pazienza e la precisione sono i valori fondamentali di questo lavoro, necessari se non indispensabili per “tirar fuori” il più piccolo dettaglio, anche il più infinitesimale. Una lavorazione digitale che, nel corso degli anni, è diventata una delle nostre particolarità; un mestiere che si può considerare “di nicchia” ma che da grandi soddisfazioni e che rappresenta sempre una sfida ad altissimo livello.

Fino a qualche anno fa queste lavorazioni venivano fatte a pennello o nel migliore dei casi con dei “moderni” Rapidograph; si creavano, a mano come dei moderni miniaturisti, tutte quelle maschere che servivano a correggere i colori fino ad arrivare alle pellicole che permettevano di preparare le matrici per la stampa. Erano gli anni delle fotolito e dei laboratori di fotografia, dove si sentiva ancora l’odore pungente delle cianografiche e dove le persone lavoravano col camice bianco.

Oggi con l’avvento delle nuove tecnologie, il processo si è evoluto ed è diventato totalmente (o quasi) digitale. Partendo dallo scatto fotografico, eseguito sul prezioso manoscritto con tutte le precauzioni del caso (prima con la fotografia tradizionale e l’ausilio di uno scanner ad alta definizione, poi con le macchine digitali) si arriva ad avere, sui nostri monitor, il file da elaborare.

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Nel medioevo il miniaturista, armato di pennini e pennelli, scriveva e dipingeva su fogli di pergamena. Oggi usiamo gli stessi strumenti ma in versione “virtuale”. Il pennello è stato sostituito dai brush di Photoshop a volte grandi poco più di un pixel, mentre pennino e pennello sono diventati una tavoletta grafica, collegata via USB. Ogni pagina, ogni immagine, per noi, è un mondo a sé, così come nell’originale ogni pagina è una vera e propria opera d’arte.

Le miniature, i fregi e le decorazioni in vero oro in foglia o colorati con tinte “speciali” (estratti da ciò che la natura offriva) andavano ad arricchire il tutto; immagini ravvivate da tinte accese come il rosso porpora, ricavato da un mollusco marino, oppure il blu intenso ottenuto dalla polvere di cobalto. I miniaturisti dell’epoca erano quasi degli alchimisti e non si facevano mancare proprio nulla, muovendosi tra pennelli, minerali, erbe e mortai.

Ora tocca a noi cercare di riprodurre quest’ arte, di simularne fedelmente ogni particolare, utilizzando modi, tecniche e tecnologie moderne… un manufatto che ritorna in vita mantenendo, il più possibile, il suo sapore antico. Precisione, senso del colore e (è proprio il caso di definirla così) “pazienza certosina”, sono ingredienti fondamentali per creare un vero e proprio fac-simile. Il tutto deve essere curato nei minimi dettagli anche in fase di stampa e confezione; carte, pergamena, pellami per la copertina, borchie e tutti gli altri particolari, devono essere identici all’originale. Il lavoro è da considerarsi finito quando è consegnato al collezionista che ne apprezza la fedeltà e la qualità rispetto all’originale.

Infatti questo tipo di edizioni è rivolta a un mercato principalmente di collezionisti, ma nello stesso tempo serve a rendere consultabile questo genere di opere a tutti, dato che il valore inestimabile degli originali non lo consentirebbe. Opere e documenti di immenso valore artistico e documentale, sfogliabili sia dallo studioso che dal semplice appassionato; la stessa passione che ha spinto, e tutt’ora spinge, un importante editore spagnolo a dedicarsi totalmente a queste pubblicazioni.

By | 2016-12-15T11:14:16+00:00 giugno 26th, 2015|Uncategorized|0 Comments

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Daniele Castellucchio